giovedì 24 gennaio 2013

TuttoFaMedia

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Quest’adorabile popolo di squinternati

Posted: 24 Jan 2013 08:45 AM PST

 

La Francia ama molto la propria lingua, lo sapete. E la ama di un amore talvolta ossessivo, come quando impone che si dica ordinateur in vece di computer, o di un amore finanche patologico. Esempio. Immaginate di guardare una pubblicità, in tv o al cinema fa lo stesso. A un certo punto, nello spot della tal marca di non-so-che, compare una parola in inglese, perché così gli girava al committente, e perché i giovani, se è inglese, è meglio. La parola è: LOVE. Bene, accanto alla E, in alto a destra, comparirà subito appresso un asterisco, tipo così: LOVE*. L’occhio a quel punto se ne fotterà delle immagini, del messaggio, dello sbattimento dei pubblicitari e dei piccioli che la tal azienda ha sborsato, perché andrà a cercare quell’asterisco in basso a sinistra, e una curiosa frase di questo tipo:

 

*LOVE vuol dire AMORE

 

(lo stesso per parole più complicate tipo PARTY, da cui PARTY*, da cui *FESTAZZA) (In entrambi i casi la faccia si dipinge a punto esclamativo ma dopo un po’ ci fai l’abitudine: prima un ‘ma questi veramente fanno’, poi un sorrisetto di compassione e infine l’indifferenza. Che è un po’ il fine ultimo di ogni assimilazione transalpina coi controcazzi: j’m'en fous, ma completamente proprio).

 

Tuttavia, come tutti i popoli incoerenti che si rispettino (da soli), i francesi rigettano la lingua inglese in taluni casi ma la assumono molto orgogliosamente in altri (dicesi, leggasi, pronunciasi: A MUZZO). Esempio. I Vip in Francia non si chiamano Vip ma PEOPLE. O, per pronunciarli nel loro buffo modo, PIPOL, da cui il famoso fenomeno della pipolisation (con accento sulla -o). L’incoerenza WTF si manifesta anche per esprimere concetti un filo più complicati. Rimango nel settore della CARTA STAMPATA DA QUATTRO SOLDI così chiunque può seguirmi. Avete presente quelle star pazzesche che hanno avuto fama pazzesca, che ne so, negli anni ’80 e poi basta, grazie a una canzone one hit wonder o a un film? Bene, queste persone, che ne so, SABRINA SALERNO (qui chiamata semplicemente SABRINA), sono definite ‘has been’. O, per pronunciarli nel loro buffo modo, ESBIN (*passate di moda, andate, sfigate) (io comunque non sono d’accordo) (certi capezzoli non passeranno mai di moda). E così via, potrei andare avanti per ore, citando abbondanti esempi tratti da altre discutibili lingue come lo spagnolo e l’italiano, ma so che non ne avete voglia.

 

Ma, a proposito di cose di lingua francese che veramente BOH, e per motivare la foto a corredo di questo post, vi conto questa cosa che forse già sapete grazie al colonnino destro dei siti italiani. Sul Journal Officiel del 23 gennaio è comparsa un’indicazione molto chiara: “Amici che navigate nella tela* usando l’ordinatore*, il topo* e che litigate ogni giorno con le finestre intruse* (internet, computer, mouse, pop-up), bene, sappiate che DA OGGI non si dice più #hashtag ma #mot-dièse” (e il trattino? Ah beh, non guardate me). Ora, lasciando perdere che Twitter l’hanno inventato parecchi anni fa (io mi ci iscrissi nel 2007, tipo) e che nel frattempo è morto di morte indifferente per poi risorgere inspiegabilmente di recente, insomma, CHI ha deciso COSA?

 

La CSTIC. No, veramente, chi? La CSTIC, Commission specialisée de terminologie et de néologie de l’Informatique et des composants electroniques (true story: C come cesser, S come sensibiliser, T come travailler, I come inventer, C come contribuer: se non ci credete guardate le figure). Bon, ogni due mesi questa commissione si riunisce e, su indicazioni di altre subcommissioni presenti in ogni ministero, decidono come tradurre le parole inglesi, parole che verranno utilizzate in tutti i luoghi ufficiali (in un solo paragrafo ho riassunto i tre hobby preferiti dai francesi: BUROCRAZIA, COMMISSIONI D’INCHIESTA E CHIACCHIERE INUTILI) (ditemi bravo).

 

Comunque, follia per follia, in fin dei conti mot-dièse non è poi così male, poteva anche andarci peggio*

 

*Parola-cancelletto, ad esempio

 

 

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