domenica 24 marzo 2013

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Alcune cose che non sapevo su Franco Battiato (una riguarda Nanni Moretti)

Posted: 24 Mar 2013 09:13 AM PDT

Franco Battiato

 

 

Per tutto l’inverno la città è stata tappezzata di manifesti che recitavano “Franco Battiato à l’Olympia” (io volevo, molto volevo, mais non: assai piccioli pour ma sacchetta). In occasione del concerto, Le Monde ha dedicato un’intera pagina all’uomo i cui vinili “si possono trovare nei negozi più fighi di New York, Montréal o Glasgow”, l’uomo che “rappresentò l’Italia all’Eurovision con I Treni di Tozeur” e che viene dalla Sicilia, “île palimpseste d’influences grecques, arabes, normandes, espagnoles, ‘mère difficile’ avec laquelle il s’est réconcilié sur le tard“. Una lunga e bella intervista, realizzata dall’inviato nella casa milanese di Battiato, bevendo thé e mangiando chiacchiere (“une pâtisserie dont les Italiens se repaissent pendant le carnaval“), e che mi ha rivelato una serie di cose che non sapevo su Battiato ma anche su Nico e i Velvet Underground, la droga, Nanni Moretti, alcune suore, il Movimento 5 Stelle e Antonio Venditti:

 

 

Come inizia l’Avanguardia Battiatiana. “A Londra, nel 1969, fui il primo, assieme ai Pink Floyd, a comprare un nuovo modello di sintetizzatore, il VCS3, prima ancora che venisse messo in commercio. Era come una macchina del tempo: più lo usavo, più mi sentivo in relazione con delle civiltà arcaiche”

 

Ma poi fu Gravità Permanente. “Alla fine degli anni ’70 avevo bisogno di soldi per pagarmi l’affitto. Ho deciso di scrivere dei pezzi-tormentoni, senza tradire me stesso”. Da questa decisione scaturì La Voce del Padrone (1981), primo album italiano a vendere un milione di copie (Franco, prima che finisca questo buffo mondo, decidi di scrivere un altro pezzo tormentone di quelli tuoi? Uno solo va bene).

 

Buffe incomprensioni. Nel 1975 il nostro Franco è a Metz. Ha la fortuna di aprire i concerti di due ‘superstiti’ dei Velvet Underground, John Cale e Nico. A un certo punto Nico bussa alla porta del suo camerino e gli domanda di un certo Mister Powder. Lui la guarda interdetto e le dice “No, guarda, hai sbagliato persona”, senza capire che in realtà Nico andava cercando droga.

 

Battiato e la Chiesa. Un giorno Giovanni Paolo II lo invita a cantare in Vaticano. È la prima volta per un artista pop-rock: “I cardinali mi chiesero di non lasciare spazio tra una canzone e l’altra, in modo da evitare gli applausi. ‘La vera star è il papa’, mi fecero capire”. Ma non solo papi e cardinali: “Quindici donne si sono fatte suore ascoltando la mia musica. È una cosa che mi rende veramente felice” (purtroppo il giornalista non insiste e lascia scivolare così un’affermazione veramente incredibile: quali donne? Quali  musiche? Ma soprattutto: perché sei felice che la gente si fa suora grazie a te?).

 

Rimanendo in tema. Che ne pensa di Habemus Papam, il film di Nanni Moretti, che peraltro ha l’abitudine di usare suoi pezzi nelle colonne sonore dei suoi film? “Michel Piccoli è un attore meraviglioso. I momenti in cui il film cala d’intensità sono quelli in cui compare Moretti. Mi piace molto eh, ma lo trovo un po’ troppo egocentrico” (Franco, e ce lo dici così, quello che veramente pensi di Nanni?).

 

La spiritualità. Battiato è divenuto vegetariano leggendo Plutarco, non beve alcolici né caffé. Crede nella reincarnazione e si affida alla meditazione (“All’inizio degli anni ’70 mi ha aiutato a uscire da una grave crisi esistenziale”). Racconta che, durante il periodo d’oro degli anni ’80, si sentiva ‘abitato’: “Dicevo agli spiriti che mi visitavano: ‘Se rimanete anche domani, tanto meglio, altrimenti ciao’”. Per la tournée di Apriti sesamo ha chiamato a lavorare con sé Simon Tong, già chitarrista dei Verve e dei Gorillaz, che a quanto pare si diverte molto con Battiato: “Alla fine di ogni concerto mi domando sempre se Franco andrà a sedersi sul suo tappeto persiano e inizierà a levitare”.

 

La Politica in quanto assessore. “In Sicilia, alle ultime regionali, i grillini sono andati molto bene. Si lavora in armonia con loro. Malgrado i suoi eccessi, Grillo esprime delle idee rispettabili sulla corruzione dei politici. È il suo guru, Gianroberto Casaleggio, che mi inquieta. Sembra Richelieu”. Forse è questo il motivo per cui Battiato non ha dato un sostegno pubblico a Grillo (che pure lo aveva cercato), e come invece hanno fatto, sostiene Le Monde, non solo i noti Celentano e Fo, ma anche Michele Placido, Giorgio Albertazzi, Eros Ramazzotti e “le chansonnier plus engagé” Antonio Venditti. Ah bon?

 

(Quante cose sull’Italia si scoprono leggendo i giornali francesi)

 

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