martedì 19 marzo 2013
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“E tanti baci al tuo giardiniere” Posted: 19 Mar 2013 08:48 AM PDT Tempo fa presi un libro usato da Gibert Joseph di boulevard Saint-Michel. Questo libro, come accade quando compro un libro che non mi serve immediatamente, lo sistemai nella mia libreria, in ordine alfabetico alla voce Autori Francesi, e poi bon.
Stamattina sono andato a cercare quel libro che avevo comprato tempo fa e che non mi serviva all’epoca ma che sapevo che un giorno mi sarebbe servito. Infatti. Aprendolo, è caduta una cartolina. Questa:
All’epoca non mi ero accorto che nel libro usato ci fosse dentro qualcosa, altrimenti forse avrei già scritto questo post. Ho subito pensato a un mio ricordo precipitato chissà da dove sotto forma di segnalibro, ma uno) io non spedisco cartoline da quando, ahimè, è morta mia nonna e due) non sono mai stato ad Atene.
Ho aggrottato la fronte.
Ho girato la cartolina, abbastanza ingiallita, come tutte le cartoline che si possono trovare nei libri usati e che vi rimane per mesi prima che tu te ne accorga. La cartolina era indirizzata a un certo Thomas D., abitante in 13 rue Jean Jaurès, Limoges (Limoges?). Nella parte a sinistra c’erano quattro messaggi diversi, due scritti con una biro nera e due con una biro blu. Il primo era un asettico “Baci” firmato da una certa Gäelle. Il secondo, ben più lungo, recitava così: “Enormi baci dall’ombelico del mondo (Delfi, visto che sei un ignorante). Qua il tempo è bello, fa caldo e ci divertiamo un sacco. Le persone di qua sono normali. Alain”. Il terzo messaggio, senza firma, era un gelido “Spero che tu stia bene. Noi ce la passiamo a meraviglia”. L’ultimo, il più enigmatico, era di Aurélie: “Tanti baci soleggiati dalla Grecia al tuo giardiniere. Ciao”. (Il tuo giardiniere?).
La cartolina ha preso a scottarmi tra le dita, mi sembrava di essere uno di quelli che trova una bottiglia su una costa irlandese e dentro c’è un biglietto che qualcuno dall’America ha scritto prima della fine del mondo e tu sei tipo l’unico sopravvissuto. Ho guardato i francobolli. Nel primo, di cinquanta centesimi, c’era un pallone da basket e la scritta ‘Hellas’. Il secondo era disegnato e raffigurava un, boh, razzo rosso a testa in giù e degli omini che cercavano di salvarlo dallo schianto. Il timbro, scolorito ma non troppo, diceva qualcosa a proposito del 2005.
Sono rimasto a fissare quel reperto tipo per sempre, girandolo e rigirandolo alla ricerca di chissà quali significati immanenti che dessero un senso non dico alla mia giornata ma proprio alla mia vita. Mi sono messo a pensare a questo Thomas e ai suoi amici. Perché Thomas era rimasto a casa e gli altri invece in vacanza? Come aveva fatto questa cartolina, spedita nel 2005 da Atene a Limoges, a finire nella mia casa parigina? Chi era la persona che non si firmava? E perché non si firmava? Perché Alain, nel 2005, sentiva l’esigenza di scrivere che le persone locali erano ‘normali’? Perché Aurélie mandava tanti baci al giardiniere di Thomas? Ma soprattutto: chi era questa gente e che cosa voleva da me?
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