mercoledì 17 aprile 2013

TuttoFaMedia

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Scusa Gabanelli non ho capito

Posted: 17 Apr 2013 06:33 AM PDT

“Ci penso stanotte, ci vuole competenza”. Milena Gabanelli, intervistata ieri a Ballarò, ha così commentato l’eccellente risultato del primo posto alle consultazioni on-line dette “Quirinarie” (complimenti, non era facile). “Ci penso stanotte, ci vuole competenza”. La contraddizione insita in questo (doppio) pensiero è talmente incredibile che fa a pugni con l’immagine che molti di noi si sono fatti su Milena Gabanelli. La sorpresa, l’emozione, il contraccolpo possono giustificare molte cose, ma non il “ci penso stanotte”. Se una brava giornalista d’inchiesta può fare il Presidente della Repubblica allora perché un bravo politico non può fare giornalismo d’inchiesta? O anche: se tutti possono fare i mestieri di tutti, perché allora l’importanza di Report è così decisiva per la nomina a una carica come le altre?

 

Quando le tue serie preferite vanno a Roma

Posted: 17 Apr 2013 06:23 AM PDT

Mad Men Italy

 

Mad Men 3×08, Souvenir

 

Romeward Bound

 

How I Met your mother 8×21, Romeward Bound

 

 

In una vecchia puntata di Mad Men Don e Betty vanno a Roma. Mentre Don è impegnato a fare il Don, Betty ci sorprende con un discreto italiano che evidentemente Matt Weiner le ha inculcato a colpi di assimil sulle gengive: risponde al telefono dell’albergo con un grazioso “Pronto?”, ringrazia il fattorino che si complimenta con lei con un perfettibile “Molto gratzi”.
La sera poi, una Betty meravigliosa-come-non-lo-sarà-più, si siede al tavolino del bar. Mentre in sottofondo dei bambini urlano “Stiamo arrivando!” e la marca Cinzano fa bella mostra in secondo piano, due vitelloni iniziano a broccolarla. Uno dei due, in perfetto italiano (con accento regionale) le dice che a Roma è illegale bere da sola e lei fa la ritrosa (“Ma è legale infasteedeeri una donna?”). Poi arriva Don che fa finta di non conoscerla e i due inizano a flirtare. I vitelloni allora esortano Betty a lasciar perdere Don (“È vecchio! E pure brutto!”) ma poi se ne vanno sconsolati, ben sapendo che i due sconosciuti Betty e Don finiranno a letto assieme (alla fine lui  le regalerà un ciondolo a forma di Colosseo e lei, amara, chiuderà la puntata: “Così avrò qualcosa da guardare quando racconterò la storia di quando siamo andati a Roma”).

 

Ho ripensato a Betty, e all’Italia, mentre guardavo ieri sera How I met your mother, e quell’attrice soi-disant italiana (Jocelyn Osorio, Bellissima) recitava delle battute in un non-italiano più o meno credibile. Non tutti sono Matt Weiner (che non avrebbe mai permesso uno scivolone come quello su Ok il prezzo è giusto), ma non tutti sono How I met your mother.
Perché se è vero come è vero che fa sempre impressione, da italiani, vedersi rappresentati (male, o al massimo con poca fantasia), è anche vero che bisogna sempre tenere in considerazione una cosa che spesso dimentichiamo e che cancella ogni offesa a morte: le serie americane sono innanzitutto rivolte agli americani. E gli americani del lunedì sera Cbs, degli italiani, sanno, o pensano di sapere, alcune cose.

 

Così è normale che Marshall faccia la pasta all’uovo, che tutti si bacino sulle guance (anche se i francesi si baciano molto più degli italiani, è pacifico) e che in “angsty existential black-and-white italian movie” la bonazza di turno si rivolga languida a Marshall supplicandolo di andare a vivere in Minnesota “vicino a tua madre, dove imparerò la ricetta sullo sformato al prosciutto” (Ham casserole).
Ma How I met è anche di più: Kyle Maclachlan che può scatenarsi con il suo “Gigi…alla porta!”, il non-sense di “Gino Cavallini è venuto sul piumino” o di “I spin my plate of scuncigli“, il “MARONN” che molti dal Colossìo in giù abbiamo spesso pronunciato, e il gioco di parole Bogart/Mastroianni che se ne frega dell’americano medio (e qua sarebbe interessante sapere se e quanto gli autori hanno dovuto lottare per ottenerlo): “Don’t bogart all the funions” (non arraffarti tutti i funions) diventa “Non mastroianni tutti i funions”. Forse non immediatamente intellegibile ma pur sempre in perfetto Himym-style. 

 

Per non parlare (e qui mi rivolgo a me, te, noi) dei picchi di vertigine quando Marshall dice a ripetizione “Fratello, non mastroianni tutti i funions” e intanto i sottotitoli americani dicono altre cose e quelli italiani altre ancora: ragazzi, io un episodio in trasferta sulla Tiburtina me lo guarderei volentieri. 

 

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