mercoledì 23 ottobre 2013
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Aspettando il nostro programma preferito di tutti i tempi che è X Factor Posted: 23 Oct 2013 06:59 AM PDT Quando si sparse la voce dell’arrivo di Mika nel nostro programma preferito di tutti i tempi, una domanda ci assillò immantinente: cosa spinge una star internazionale a entrare non tanto in un sistema televisivo tutto sommato periferico agli occhi del mondo, ma proprio a mettere piede in Italia? La risposta arrivò qualche mese dopo, all’ufficializzazione della presenza di Mika, nel 2014, come giudice di The Voice Francia.
All’orale porto Giuni Russo, ve l’accollate?
“Seemona pliiiiiis” “Maria Santa, si sta portando il cervello”
Chiaro che gli occhi sono puntati tutti su Mika, su come reagirà sotto pressione, per esempio quando si andrà al tilt, o quando Seemona tenterà il tutto per tutto pur di farsi riconoscere al di là delle Alpi, riuscendo in quel che le viene meglio, cioè farsi nuocere. Mika catalizza l’attenzione, cosa fondamentale, come insegna Richard Cocciante, per un giurato di un talent. Soprattutto, sembra nato per parlare italiano. Qualcuno, su Twitter, si chiedeva maliziosamente come abbia potuto un francofono, essendo i francofoni totalmente e notoriamente inetti con le lingue, a imparare così in fretta l’italiano, soprattutto le parolacce (“mamàpòmpa, papàpòmpa”). Peppi Nocera, tu che tutto vedi e tutto sai, placa la sete di conoscenza di questa gente.
Provo un senso di empatia e di amore assurdo per voi due
In breve. X Factor andava in onda su Raiude, e già allora era la cosa più attuale mai vista sul canale del camioncino e non solo. Poi Sky ha fatto il colpo gobbo a Milano cogliendo vari piccioni con poche fave. Il programma è sostanzialmente lo stesso, ma su Sky è meglio. Su Sky è tutto meglio. Anche gli uffici stampa. Sky ha i soldi, Sky ha la coolness giusta, Sky ha tutto. E l’anno scorso ha avuto, e ci ha dato, grazie Sky, la verità. Uno squarcio, come un taglio su una tela già squarciata di Fontana, e la plastica è venuta via. Quel “Perché sei falsa Simona cazzoh!” risuona ancora nelle orecchie di noi poveri spettatori che pensavamo di averle viste tutte e invece no. Verità, specie in tv, non fa sempre rima con qualità, lo sanno a Sky come lo sappiamo noi. E infatti, Arisa chi?
Io al posto della superband, di Fede Poggipollini e di Boosta,
Cosa mi aspetto dal domani. Il programma inizia ad avere una certa età, molto dipenderà dalla capacità di movimentare la faccenda con ripescaggi e quant’altro, dal percorso che faranno qua dentro i rapporti tra i giudici e da come si sapranno rinnovare non dico Seemona ma proprio Morgan e soprattutto Elio, l’anno scorso un po’ perso appresso alle under donne più scarse di sempre. Per il resto siamo pronti a tutto (d’altronde, dopo esserci trovati due anni fa a *tifare* per Seemona, cosa mai può spaventarci) (Abbiamo già chiamato Casalino per gli inediti?)
Rigà, questa è pornografia pura, andiamocene da ‘sto schifoh
Lato concorrenti: l’endorso provvisorio a diritto va a una delle under donne (non quella con l’ukulele, e non la sorella scappata di casa di Loredana Errore, che pure sono brave, ma l’altra, la terza) e l’endorso definitivo a rovescio va a uno dei Fribois, quello che si tocca in continuazione il pube e non se ne capisce il motivo. Scorrendo la lista di questa gente, e incrociando gli algoritmi talento + mi arrivi + categoria sfigata, non sembra esserci un vincitore annunciato (uno del tipo che Mina, alla quarta puntata, scrive su Vanity Fair “Non dico il nome, ma c’è una che è pazzesca, si chiama Chiara e un giorno finirà a fare gli spot della Tim al posto di Bianca Balti”). Ecco, la novità principale di quest’edizione potrebbe essere una tensione agonistica che nelle ultime edizioni è un po’ venuta a mancare con la micidiale doppietta veneta Michielin-Galiazzo. Piuttosto: cari Peppi Magnolia Bordone, se volete invitare Simon Cowell per qualche cazziata e relativa minaccia di licenziamento in diretta, questo blog avrebbe altri ulteriori motivi per volervi bene.
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Posted: 22 Oct 2013 10:15 AM PDT Il sistema scolastico del Paese in cui vivo è organizzato così: ogni sei settimane di scuola ce ne sono due di vacanze. Detto anche: ogni due mesi mezzo mese è gratis, detto anche: chiaro che poi siete degli ignoranti precisi (questo lo dicono gli italiani livorosi, quelli che “siamo evasori fiscali ma almeno sappiamo la storia del nostro Paese” “Appunto”). A cascata, conseguenze tipo che ogni sei settimane le famiglie e la società entrano in modalità ‘vacanze scolastiche ON’. Queste vacanze coincidono, più o meno, con i Morti, col Santo Natale, con Carnevale, con Pasqua e così via. La Francia è un Paese Superiore Che Ha Capito Tutto.
Le Péril Jeune. L’altro giorno, se passavi da Place de la Nation, trovavi alcune
Piazza d’Italia, capisci Gregory?
Tutto mi parla di te, o Italia. Alla Cinémathèque, che sono in crisi, autunno di grandi attrazioni con retrospettive su Bertolucci, i Coen (per vincere facile) e altra gente. Ah, e poi Pasolini e la mostra evento su Pasolini, che si chiama Pasolini Roma. Siccome i Francesi, che saranno musoni depressi cacacazzi libertini e tenuti in scacco da LEONARDA, sono anche sympa, hanno pensato di conciare per le feste le fermate di Rome (che sta a nord) e di Place d’Italie (che sta a sud). Place d’Italie è diventata per l’occasione Piazza d’Italia (big bang link: Corso di Francia a Roma che tutti chiamano Corso Francia, via Toledo a Napoli che tutti chiamano via Roma, o viceversa). E poi le foto di Pasolini, la Vespa, Anna Magnani, il lungotevere. Piazza d’Italia, capisci Gregory?
Hai voluto la metropoli, come vibra di vita vissuta la metropoli. C’è questo concerto a Villejuif, che sta fuori Parigi, ma sulla 7. Allora prendo l’autobus e scendo a Place d’Italie (che sta sulla 7). Poliziotti, carabinieri, esercito, pompieri. Tutto transennato. Scusi, ma che sta succedendo? No niente, CI SONO DEGLI OSTAGGI IN QUELLA BANCA. Ah, ok.
Il concerto è di Alex Beaupain (in Italia uno con quel cognome non diventava uno dei cantautori più promettenti della sua generazione) (in Italia non diventi, niente, mai), il quale Alex è sempre garrulo e buffo e ti fa fare sempre un sacco di risate tra una canzone depressa e l’altra, ma prima di lui c’era questa tipa, Claire Diterzi. Ora, non so voi, ma io sono abituato che gli artisti che vengono prima di quelli per cui hai pagato il biglietto sì ok che bello ma tra mezzora levati dalle palle. Claire Diterzi, vi sto lasciando il tempo per metabolizzare il nome. All’ingresso ci danno il foglietto, come A MESSA. Claire Diterzi, dice, ha passato un anno a Roma, alla Villa Médicis, totalmente pagata dal ministro della cultura, Frédéric Mitterand (sì, parente, di sinistra, dice, ma nel governo con Sarkozy) nell’ambito di un concorso a premi indetto dalla République (i dettagli sono nel foglietto che ho buttato), insomma non solo il disco e le canzoni ma soprattutto Claire è una matta sciroccata che, se non si capisse che un po’ ci marcia, avrebbe diritto alla patente di pazza precisa. Mi piace. Tanto che a un certo punto attacca la cover di 24mila baci, in italiano, con quella dolcissima cadenza che hanno solo le genti francofone che parlano italiano e io mi esalto, mi alzo in piedi e batto le mani e urlo LA SO LA SO, ma nessuno mi segue. D’altronde, si sa, i Francesi sono musoni, depressi e cacacazzi.
Ieri ho visto La vie d’Adèle di Abdellatif Kechiche. Per tutto il film i personaggi del film mangiano gli spaghetti col sugo. Col sugo e col parmesan. Il parmesan. Ora, voi siete fortunati che vedrete il film doppiato, ma io l’ho visto in originale. E quegli spaghetti, per tutto il film, sapete come li chiamano?, li chiamano SPAGHETTI BOLOGNAISE. Quindi a) allora è vero, è una dicitura che non era leggenda e b) il film mi ha deluso, facciamo due stelline su cinque ma solo perché Adèle Exarchopoulos, come dire, è brava.
Una storia tremenda
C’è poi questa vicenda che mi fa venire le fitte al petto. Il tabloid Corriere.it ci si sarebbe buttato a pesce cambiando la home ogni dieci minuti. Lui è un calciatore, Lilian Thuram, ex Parma ed ex Juve, campione del mondo, leggenda ambulante ora paladino dei diritti di tutte le minoranze che ha scritto un libro (appena tradotto in Italia) e va in giro a farci illudere che no, il mondo non è quella merda che a tutti i costi vogliono farci credere. Lei è Karine Le Marchand, conduttrice tv di primissimo piano, star di M6 (come Italia 1 fosse concorrente di Canale 5 e facesse programmi da 6 milioni e il 30%) (LoL). Matrimonio felice, figli, bellezze e cose così. Un giorno lei va alla polizia e lo denuncia: Thuram mi ha aggredita, sbattendomi la testa tre volte contro il frigorifero. Sgomento. Thuram? Silenzio per dieci giorni. Poi Karine ritira la denuncia. Altro silenzio, stavolta lungo settimane. L’altro giorno Thuram va in tv e dice che non è vero niente, che lui è una persona perbene e mostra un sms di lei che minaccia di rovinarlo in tutti i modi. Tempo due giorni e lei dichiara di essere stata costretta a ritirare la prima denuncia e ne presenta un’altra per diffamazione. Uno dei due mente spudoratamente e questa non è una storia che finisce bene.
Poi sono tornato a casa, ho messo su Raitre e c’era Zoro in macchina col tassinaro, credo di aver riconosciuto la tangenziale est. La tangenziale est di Roma.
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