venerdì 15 febbraio 2013
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Posted: 15 Feb 2013 08:01 AM PST BIS! BIS! – Durante la conferenza stampa di ieri, interrogato sull’ipotesi di un Fazio bis, il direttore di Raiuno Giankaleone non si è voluto sbilanciare, dicendo che aspetterà marzo, che lui è scaramantico. Fabio Fazio, invece, ha risposto prendendola un po’ alla larga e dicendo sostanzialmente che: per 13 anni non ho messo piede su Raiuno, quando l’azienda che ami e per cui lavori ti chiede di fare Sanremo non stai lì troppo a pensarci, insomma vediamo. Io, lo dico qui, sono ovviamente per un Fazio bis. Il primo mandato lo sanno tutti che hai le mani un po’ legate, non hai la maggioranza assoluta, al massimo puoi fare qualcosa sperando di essere rieletto e a quel punto, non dovendo rendere conto più a nessuno, gettare veramente il cuore oltre l’ostacolo. L’altra volta il secondo Fazio fu il miglior Festival musicale di tutti i tempi. Era il 2000 e, se ci ripenso, vorrei non averci ripensato mai.
RIVELAZIONI - Che poi, mi pare evidente ormai che Fabio Fazio stia gettando veramente molte cose sul piatto. I più giovani tra voi saranno rimasti sorpresi nel vedere il compassato e assittato conduttore noioso che parla di libri e cose pallose la domenica sera scatenarsi a cantare le canzoni delle vostre nonne. A parte che Felicità e Vattene Amore noi le cantavamo sempre, io me lo ricordo, a Fabio Fazio, quando imitava Gianni Minà. Se non sai chi è Gianni Minà uno un po’ ti invidio e due mi spiace per te. I primi ricordi che ho di Fabio Fazio sono però legati a Loretta Goggi, poi ho un vuoto in mezzo in cui forse guardavo il Karaoke di Fiorello, Katia Noventa e cinque minuti Fiorellino e Antonella Elia, insomma Fabio Fazio all’inizio di Quelli che il calcio era cattivissimo e veramente a noi piaceva così. Questo per dire la cosa del festival trattenuto e snob. Voi l’avete mai visto Pippo Baudo cantare Felicità con Albano, Laura Chiatti e Luciana Littizzetto? No, Pippo se deve cantare qualcosa si mette al pianoforte, si mette a sbaraitare IL MIO NOME È DONNA ROSA e subito dopo impedisce a qualcuno di suicidarsi. Almeno, il Pippo Baudo che conosco io. Quell’altro, quello che stasera sarà ospite d’onore, Dio Mio, non so neanche che cosa è capace di fare pur di attirare l’attenzione e tornare in Rai. Capace che si traveste da Romina e si mette a dire che Renzo Rubino l’ha inventato lui.
MA A PROPOSITO DI RIVELAZIONI – Abbiamo finalmente scoperto che vuol dire Marta sui tubi. Finalmente per dire. Scoprire i significati dei nomi dei gruppi è un gioco che non mi ha mai appassionato, dico sul serio. Chi se ne frega di sapere perché Red Hot Chili Peppers o perché I Giganti. Voglio dire, l’importante è che facciano buona musica, no? E invece, da una domanda banale, a quanto pare non preparata, il cantante dei Marta sui tubi ha fatto intendere che cosa si celi dietro questi famosi TUBI. La gente ha cominciato a darsi di gomito, le signore grupi di Raiuno e di Terence Hill hanno guardato tra lo sgomento e l’ilare i loro mariti come a dire “Ma ho capito bene?”. Da siciliano, io, non mi sono stupito. Noi siciliani siamo fatti così, ci piace alludere, dire una cosa ma intenderne un’altra, mandare pizzini di avvertimento, cose così. Amiamo, come dire, i significati nascosti delle cose, così quando poi scopri la verità puoi stupirti in santa pace: ah quindi Marta sui tubi voleva dire Marta sui cazzi!
SANREMO È FATTO A SCALE C’È CHI SCENDE E C’È CHI SALE - Nel gran borsino delle canzoni la terza serata mi ha detto che è vero, quest’anno prepònderano le canzonette allegre ma non sceme, che alcune non si possono cantare nemmeno col testo davanti che è cosa di vergognarsi, e che altre hanno il merito di scavare rara bruttezza a ogni comparsa sul palco. Marco Mengoni. Ah, dico adesso la cosa sul televoto. Per me possono votare chi vogliono, finché mettono Malika al dodicesimo posto su quattordici va bene. Poi ho capito che se la canzone di Gualazzi durasse solo metà di quel che dura sarebbe la mia preferita di questo Festival e non solo, ma purtroppo dura per intero: a metà io, ve lo dico, devo togliere l’audio perché mi sento messo veramente a disagio. La canzone mononota è un gran bell’esercizio di stile, ma se l’ascolto troppo ho paura di quel che posso pensare, quindi moderazione, così, per apprezzarne meglio il garbo. A bocca chiusa invece ho capito che quando Daniele Silvestri fa quella cosa al pianoforte e mmmhhhuhh e intanto là dietro il signore continua a fare un sacco di discorsi nella lingua dei segni e il pubblico inizia ad applaudire come manco al concerto di Capodanno, ecco, a me piace veramente assai. Ah, e poi, quel momento in cui Simona Molinari canta il suo pezzo di canzone, Peter Cincotti smette di suonare il pianoforte, le si avvicina da dietro, le appoggia le mani sui fianchi e non solo, le sussurra cose irripetibili all’orecchio tanto che lei si mette a ballare il charleston come una folle, poi lui si stacca, prende il microfono a due mani e, nel suo italiano maccheronico, urla: OHHH LA FALICITA’.
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