venerdì 22 febbraio 2013
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“Se supera la prima serata voglio chiedere alla Fonit di stampare 5mila copie” Posted: 22 Feb 2013 06:00 AM PST
Per molto tempo, ogni volta che pensavo a Domenico Modugno, mi veniva in mente un un uomo anziano che nuotava assieme a suo figlio. Poi mi venivano in mente anche Mara Venier. E dei delfini. E poi, solo poi, Volare.
Ci voleva una fiction per farmi cancellare questo ricordo minore, e darmi altre immagini che non fossero filtrate dai racconti di mia nonna. Volare, la fiction più vista dai tempi dei tempi, numeri in doppia cifra come solo i papi e ultimamente manco quelli. Segno che Raiuno sta lavorando bene anzi benissimo. Un lavoro di squadra che sta dando i frutti di un ritorno all’abitudine: metti sul primo.
Il regista Riccardo Milani, gli autori Rulli e Petraglia, il musicista Andrea Guerra, l’interprete Giuseppe Fiorello. Volare è una macchina programmata per rimanere nella storia recente della televisione. Ci riesce mescolando racconto di genere (biopic in odor di santità), romanzo (la storia di Mimmo e Franca) e canzone, ma soprattutto non lesinando dettagli e profondità: è il caso del personaggio di Franco Migliacci, senza il quale, semplicemente, la musica italiana non sarebbe la stessa, o dei passaggi in cui si insiste sulla gestazione di Vecchio frack e Nel blu dipinto di blu. Il tutto al servizio di un’idea mai fuori moda, ovvero restituire al pubblico un pezzo della sua storia per fissarlo definitivamente nella memoria collettiva. Quella storia che cambiò l’Italia e si chiamava Domenico Modugno.
Volare, ricordatevene la prossima volta che parlerete a sproposito della fiction italiana.
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