sabato 19 gennaio 2013

TuttoFaMedia

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Lonerismi

Posted: 19 Jan 2013 08:25 AM PST

 

 

Tame Impala – Lonerism – 2012

 

 

 

Paris – Jardin du Luxembourg – 19 Janvier 2013

 

 

Tutto questo per me, questo dolce arpeggiare

Posted: 18 Jan 2013 09:35 AM PST

Senza troppi giri di ragionamento, i dischi che più ho ascoltato in quel 2012. E se è vero, come è vero, che il bombardamento di stimoli non è mai stato tale, tra diciamo streaming, shazam, consigli non richiesti, youtube, condivisioni, like e +1 di stocazzo, è anche vero che si può smettere di fare le centomila altre cose necessarie tutte assieme, far partire il mangianastri e bon, non fare nient’altro che quello, in fondo che cos’è poi questa musica, se non guardare più lontano e perdersi in se stessi? Tenetevi forte, che ora vi prendo per mano e vi porto a fare un bel giro in 28 dischi di tutto il mondo (Warning: sì, lo so, un paio di uscite sono del 2011, ma non guardate me).

 

ITALIA O CARA

 

 

 

 

Li abbiamo attesi a lungo e alla fine sono arrivati, i raccontatori non del domani, non dello ieri, ma di oggi, adesso proprio. I siciliani COLAPESCE (Un meraviglioso declino) e DI MARTINO (Sarebbe bello non lasciarsi mai, ma abbandonarsi ogni tanto è utile) confermano premesse e assegni in bianco che avevamo firmato già da tempo. Il 2012 è tutto loro. Dagli AMOR FOU (100 giorni da oggi) non sapevo che aspettarmi, loro sorprendono sempre ma non sorprendono mai: scrittura, cura dei dettagli, lettura dei giornali. ALESSANDRO FIORI (Questo dolce museo) ha una vena di poesia e follia e merita una segnalazione, come DELLERA (Colonna sonora originale), che perde l’apostrofo ma non gli esiti e le parole. MARINA REI (La conseguenza naturale dell’errore), zitta zitta, tira fuori un dischetto niente male, tra singoli praticamenti perfetti (L’errore) e collaborazioni eccellenti (Capovilla, Sinigallia, Donà, Benvegnù). Viva L’Italia.

 

 

LA FRANCE A UN INCROYABLE TALENT

 

 

Chi dice che i francesi non sanno le lingue evidentemente non ha ancora letto questo post e sentito questa gente. Le sanno eccome. LOU DOILLON (Places) rinfocola la mia pericolosa ossessione per la famiglia Gainsbourg e tutto ciò che li riguarda; i BADEN BADEN (Coline) si chiamano come una località termale e io non posso, evidemment, che invidiare il loro bilinguismo presque parfait; ROVER e il suo vocione mi riportano a un inverno fa, i BEWITCHED HANDS (Vampiric way) a dolcissimi pique-nique sui lungosenna delle nostre estati a scomparsa. COEUR DE PIRATE (Blonde) in realtà si chiama Béatrice e rinnova la fausta tradizione di jolie fille blonde française anche se, a dirla tutta, elle vient du Québec. LILLY WOOD & THE PRICK (The fight), beh, Where I want to be.

 

 

L’ARCIPELAGO BRITANNICO TUTTO SOMMATO

 

 

Da quelle isolacce buttate in mezzo al mare è lecito, esperienza personale, aspettarsi di tutto, e veramente di tutto. Io di solito faccio come con la raccolta differenziata. Non tutti la fanno, è faticosa, ma alla fine dà soddisfazione e no, non tutto è da buttare. THE WAVE PICTURES (Long black cars), se io fossi un cantante, e avessi una voce, la vorrei esattamente così, da usarla in quel modo tutto teso e partecipato (ma i loro Spaghetti non li voglio). Era possibile, anche volendo, sfuggire agli ALT-J (An Awesome Wave) e ai TWO DOOR CINEMA CLUB (Beacon) in questo 2012? No, e meno male. Sugli Alt-J si potrebbero dire molte cose, tipo che a un certo punto nel disco, ma lo so che non c’entrano niente, mi ricordano un gruppo meteora della mia giovinezza, i Kent. La prima volta che ho visto in foto i Two door etc invece ho pensato 1) che faccia da irlandesi! e 2) ma questi ce l’hanno la patente?, però uno di loro aveva una mia stessa camicia quindi bravi, così. Come dite? Che ci fanno i VACCINES (Come of Age) e, soprattutto, gli XX (Coexist) in questa selezione? Bella domanda. Dei primi salto sempre le tracce hard, ma quando s’illanguidiscono m’illanguidisco pur’io (le tracce pari più l’eccezione Lonely World). Gli XX m’hanno veramente irritato, perciò è così che si fa un secondo disco? Però, e però, alcuni pezzi li ho ascoltati fino allo sfinimento. Ma non ero io, era lo shuffle. 

 

 

RESTO DI MONDO E PREGIATO NORD EUROPA

 

 

Resto di mondo cioè un’Australia mai così beatlesiana. I TAME IMPALA (Lonerism) si impongono partout e in tutte le classifiche di fine anno di tutte le riviste che contano. Ma qua ci stanno invece per un unico motivo: la copertina del loro disco. Ebbene sì, io quel parco lo conosco molto bene, essendo teatro della mia stagione running outdoor from mars to octobre, e insomma lo sapete voi che goduria correre al Luxembourg con nelle orecchie, che ne so, Endors Toi? Ma andiamo in Islanda. I SIGUR ROS (Valtari) (lo so, lo so) è meglio ascoltarli che parlarne quindi shhh, gli OF MONSTERS AND MEN (My head is an animal) sopravvivono all’enorme successo commerciale tutto italiano (spot telefonici, film di Natale, concorrentini di talent) con un gran bel trionfo di easyssimo folk. Scendiamo in Svezia. A proposito di Wave, i MIIKE SNOW (Happy to you) mi tuffano a dei giorni di aprile, che cammino per queste strade in cui mi ero perso, e là ci restano. THE RAVEONETTES (Into the night) sono invece danesi e sono la prova che sì, anche un Ep può scolpirsi nei cuori dei giusti.

 

 

GLI STATI UNITI CHE TANTO AMIAMO

 

 

Appena atterrato. Delle note nell’aria, da ipnosi. Una dolce hostess mi sveglia: Signore, deve scendere. Apro gli occhi, e la prima cosa che penso è: Ehi, ma questa è Into the black dei CHROMATICS (Kill for love) (la compagnia era Air France), i quali Chromatics resistono a tutti gli urti della vita, persino alla comparsa di un loro pezzo in una disgraziata puntata della disgraziata serie Revenge. Restiamo a Portland e andiamo da uno beniamini di questo blog, M. WARD (A wasteland companion) uno che se lo incontro per strada gli chiedo solo: Ma come fai, come fai a essere così bravo, MACCOME?, uno che, lo sapranno i miei fanz, riesce persino a farmi digerire Zooey Deschanel e tutto il sorellame, voglio dire. Ciao Matthew, sia benedetto tu e Crawl after you, per esempio. Da Minneapolis arriva uno tra i miei pochi, enormi coup de coeur dell’anno, i POLIÇA (Give you the ghost), loro e tutte le loro star: non mettete mai nella stanza i Poliça in mia presenza, non rispondo delle mie reazioni (sembri uno zombie nel video di Thriller!). JOSHUA JAMES (From the top of Willamette Mountain) viene da tutto e ovunque, da questa montagna in cui possiam cantare Shalalà Shalalà ed essere felici. I BEACH HOUSE (Bloom) hanno lo straniero in squadra (Victoria Legrand, oh) e giocano sempre benissimo, e anche se gli schemi, i lapis e i lazuli li conosciamo, chi se ne frega. I CHAIRLIFT (Something) chiudono the carrellatona ma direi che synthethizzano abbastanza bene quel che volevo dire. Da cui: 

 

 

THE TOP TEN OF mon 2012 à moi

 

1. COLAPESCE e DI MARTINO (ex aequo! ex aequo!)

3. M. WARD

4. POLIÇA

5. AMOR FOU

6. LOU DOILLON

7. OF MONSTERS AND MEN

8. BADEN BADEN

9. CHROMATICS

10. ALT-J

 

 

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